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Immagine del redattoreMaria Vittoria De Girolamo

L’INTELLIGENZA EMOTIVA NELLA RELAZIONE DI CURA

Aggiornamento: 30 set 2023

Eccomi qui a parlarvi nuovamente di intelligenza emotiva, di emozioni e di consapevolezza.


-Cos’è per me l’intelligenza emotiva e perché è così importante?

- In che cosa mi ha aiutato e come mi sta aiutando nel mio lavoro e nella vita di tutti i giorni?

-Perché è cosi rilevante nelle professioni sanitarie l’ascolto delle emozioni e la partica dell’intelligenza emotiva?


.. alcune domande… tante riflessioni!!


Questi quesiti (o domande potenti usando la terminologia del coaching ) me li sono posti quando mi sono appassionata allo studio dell''intelligenza emotiva e dal beneficio che ne ho tratto nella pratica della stessa, dando ascolto alle mie emozioni e stati d'animo, ai miei bisogni e a quanto mi sta aiutando ad affrontare il mio lavoro in ospedale, sostenendomi nelle fasi critiche dell'emergenza pandemica, affrontando non solo le criticità lavorative ma anche come risorsa per la vita di tutti i giorni. Le risposte a queste domande di apertura dell'articolo, oggi le voglio condividere con te, che mi stai leggendo, che sei un professionista sanitario o un infermiere come me e che lavori quotidianamente a contatto con la sofferenza, il dolore, la paura, l’ansia, l’incertezza, la tristezza, la stanchezza, ma anche con la gioia, la gratitudine, la felicità, la soddisfazione, la condivisione…


Ecco queste che ho nominato sono tutte emozioni, riconosciute ed identificate e in questo l’intelligenza emotiva, quella capacità interpersonale di mettere in equilibrio ed armonia la parte razionale con la parte emotiva del nostro cervello, mi aiuta a fare quotidianamente, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni. Questa capacità, allenabile tutti i giorni con un po' di buona volontà, si chiama alfabetizzazione emotiva. Riconoscere le emozioni e soprattutto nominarle, mi permette di identificarle e di tirarle fuori… immaginate ad esempio di avere un' emozione di rabbia mista a frustrazione per una condizione lavorativa andata male cosa potrebbe succedere se non la riconosci?? Vi portate un sentimento di malessere che conviverà con voi stessi per tutto il giorno con conseguenze variabili che si innescheranno come un domino, rispondendo male a chi vi sta intorno ( ..e che magari non centra nulla con questa storia), starete tutto il tempo con il broncio a rimuginare per un torto subito, per un bisogno inespresso ed inascoltato, negandovi la possibilità di passare una giornata in una maniera diversa e soprattutto più piacevole.


Beh, avete risolto qualcosa con questo atteggiamento?

...e dello spreco di energie ne vogliamo parlare?


Ecco, in queste prime righe mi sento di dirvi che ho risposto alle prime due domande potenti di inizio articolo.


Ma come si può procedere nel creare consapevolezza ed ascolto di noi stessi ed utilizzare l’intelligenza emotiva in maniera performante con gli altri, nel lavoro, con i colleghi e nella relazione di cura? In questo modo mi appresto a rispondere all’ultima domanda, prendendo spunto da Daniel Goleman che ci insegna come l’intelligenza emotiva e l’ascolto delle emozioni non solo ci aiutano nel percorso di autoconsapevolezza, nell’identificare quello che sentiamo e di restare adesi ai nostri valori (Self Awareness), ma anche di autogestirci nel mantenerci motivati orientandoci verso i nostri obiettivi e di gestire lo stress in maniera diversa (Self Management). Ma poiché nasciamo come esseri sociali, Goleman identifica anche la possibilità potente di entrare in empatia con gli altri proprio attraverso un primo ascolto di noi stessi ( non possiamo pretendere di essere empatici con l’altro se non iniziamo ad esserlo con noi stessi, incominciamo ad annullare il senso di giudizio, la critica demolitiva verso noi stessi, che non ci fa vedere quante potenzialità abbiamo), estendendo questa apertura benevola anche verso gli altri (colleghi, famigliari, pazienti, amici); in questo modo, esercitiamo quindi quello che Goleman chiama Social Awareness.

Eh ma mica si fermiamo così!!! Perché alla fine è un tutto collegato l’un con l’altro in una sua globalità che si estende alla nostra capacità di ascolto e di relazionarci e alla possibilità di creare connessioni positive e rispettose con gli altri ( Relationship Management).

Quindi concretamente l’intelligenza emotiva mi aiuta e mi facilita ad ascoltare non solo le mie emozioni e miei bisogni, ma anche le emozioni e i bisogni della persona che ho affianco o che sto assistendo e nello specifico ad ascoltarla, a supportarla nel suo percorso di cura, mi facilita nella comunicazione con l'assistito e con la sua famiglia, ad affrontare le situazioni emergenziali e le criticità lavorative, le urgenze e tutto ciò che ruota attorno a noi, gli imprevisti, le paure, la separazione, il lutto, la perdita ma anche a festeggiare un traguardo, una guarigione, una conquista …una grande forza per il cuore, la mente e per il corpo, che ci rende meravigliosamente umani.


Spero che questo articolo ti sia piaciuto e se vuoi conoscere meglio come iniziare a praticare l’intelligenza emotiva e ad esercitare un maggior ascolto di te stesso e delle tue emozioni, contattami per una call informativa gratuita.




All rights reserved, 11/ 02/ 2022



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