Carissimi Lettori e Lettrici,
eccoci giunti al terzo articolo della mia newsletter "Strumenti di Consapevolezza", attiva sul mio profilo LinkedIn; per chi non si è iscritto, condivido l'articolo sul mio blog.
Per questo mese di Giugno ero un pò indecisa su quale argomento mettere in “cantiere”, se soffermarmi sull’ascolto delle emozioni, parlando di intelligenza emotiva, oppure se orientarmi sul tema della gestione delle emozioni con l'approccio Mindfulness; nella scelta ho seguito il consiglio di un mio amico che mi ha detto” Va dove ti porta il cuore!” e che ringrazio per l'illuminante suggerimento!
Ho ascoltato il mio cuore ed eccomi a parlarvi di intelligenza emotiva. Su questo tema tanto si è detto, e si è scritto, non vorrei quindi sembrare ripetitiva né ulteriormente bibliografica scrivendovi la definizione di Daniel Goleman che si può trovare ovunque!
Quella che voglio dire e su cui invece vorrei soffermarmi per "Gli strumenti di consapevolezza" è cosa non è l’intelligenza emotiva per voi, ponendovi le fatidiche "domande potenti" del coaching : è forse essere troppo razionali? Oppure non ascoltare le vostre emozioni? Abusare di auto - controllo? Non riuscire a dire in piena tranquillità quello che pensate? Oppure un qualcos'altro che alberga dentro di voi ma non riuscite ad esternare e che rimane lì come un bisogno emotivo/pensiero ricorrente non ascoltato.
Ecco, queste sono delle “domande aperte” che nel coaching aiutano a creare l’autoconsapevolezza in ognuno di voi e a contribuire a delineare cosa è per voi l’intelligenza emotiva, a come applicarla come strumento di consapevolezza e di crescita interiore, per aiutarvi a vivere meglio tutte le vostre emozioni, migliorando l'ascolto di voi stessi e le relazioni con gli altri.
Come iniziare ad ascoltarci?
Quale strumento utilizzare per allenare l'intelligenza emotiva?
Quello che dico spesso a me stessa, ai miei studenti e ai miei coachee e di iniziare ad "accogliere" quelle emozioni che ci colpiscono, che sedimentano e che determinano poi i nostri stati d'animo, iniziando proprio a riconoscerle e a nominarle. Fermarsi nel vero senso della parola, lasciando qualsiasi attività si sta svolgendo e chiedersi "Cosa sento"? "Cosa provo?"
Quante volte lo facciamo nell'arco della giornata?
"Come mi sento in questo momento?" Sono annoiata, irritata, triste, felice, interessata, delusa, impaurita, disgustata, motivata, serena...ecco alcune emozioni che potrebbero affiorare.
Un' altra domanda che dobbiamo porci è chiederci:
"Ma quanto sono intense queste emozioni?"
Le emozioni ci fulminano, ci colpiscono in ogni istante della nostra giornata: noi siamo fatti di emozioni e noi siamo le nostre emozioni, impossibile negarlo!
Originariamente le emozioni primarie (rabbia, disgusto, paura, tristezza, gioia e felicità) erano innescate da un meccanismo di difesa che ha aiutato l'uomo primitivo a sopravvivere alle condizioni avverse dell'ambiente in cui viveva e nel quale doveva procacciarsi il cibo tutti i giorni difendendosi dall'attacco degli animali, proteggendo se stesso e la sua prole. Con lo sviluppo delle capacità cognitive dell'uomo primitivo, di pari passo alla sua evoluzione, anche le sue emozioni si sono affinate.
Quindi nella nostra modernità, cosa possiamo fare per ritrovare la nostra pausa emozionale di ascolto interiore?
Quello che possiamo iniziare a fare è soffermarci ad ascoltarle. Quando vi assale una forte corrente emotiva, fermatevi quei cinque/dieci secondi per decifrare le emozioni, nominarle e riconoscerle, farle fluire nel nostro corpo ed esternarle al meglio.
Quando parlo di emozioni, non indico una sola e singola emozione, bensì più emozioni, perché queste ultime si mescolano tra loro con gradienti più o meno intensi.
Lo psicologo statunitense Plutchick individua otto emozioni primarie definite a coppia:
Gioia - Tristezza;
Fiducia - Disgusto;
Rabbia - Paura;
Sorpresa - Aspettativa.
Ognuna di queste emozioni può variare di intensità, creando così quelle sfumature diverse che si distribuiscono secondo un continuum di tipo verticale, evidenziando gli opposti, la forza delle emozioni secondo un gradiente di intensità dal meno intenso al più intenso.
La ruota delle emozioni di Robert Plutchick può essere un ottimo strumento per iniziare ad identificare e a nominare le nostre emozioni e ad individuare i diversi livelli di intensità che le modificano, aiutandoci a focalizzando l’attenzione proprio sulle cause scatenanti.
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Al prossimo articolo!
All rights reserved, 08/06/2024
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E soprattutto di essere empatici, ovvero dimostrare genuino interesse verso il prossimo. Diversamente, sarebbe una sorta di falsa gentilezza.
Sono d'accordo. Mi permetto di aggiungere che le emozioni sono degli strumenti preziosi che il nostro corpo ( si, perché esse godono di fisicità) attiva ogni qualvolta ci vuole avvertire che dobbiamo reagire ad una situazione. Reprimere le emozioni è, a mio avviso, più dannoso a livello psicosomatico che utile. È anche vero, d'altra parte, che le emozioni vanno comunque gestite sapientemente e in maniera disciplinata. Ciò avviene quando la tua psiche, che le governa, è centrata ed allineata ai principi e valori della tua anima. Grazie, Vittoria 🌻🌻🌻🌻